Cronaca

"Viaggi, pranzi di lusso e smartphone con i soldi dell'accoglienza migranti": arrestato il referente di Svoltare Onlus

È accusato di peculato e turbativa d'asta. "False attestazioni per ottenere 16 milioni di euro di fondi pubblici": sequestro di beni immobili e auto

Terremoto nel sistema di accoglienza parmigiano dei migranti e dei richiedenti asilo. Il rappresentante legale dell'associazione Svoltare Onlus - che dal luglio del 2015 ha ottenuto la gestione del servizio di accoglienza richiedenti asilo dalla Prefettura di Parma e dal Comune di Parma la gestione di Interventi destinati a persone  senza fissa dimora - è finito agli arresti domiciliari con le accuse di peculato, turbativa d'asta e falso. 

Secondo la ricostruzione dei finanzieri, che hanno condotto le indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Parma a partire dal settembre del 2018, oltre ad utilizzare false attestazioni per partecipare ai bandi del Comune e della Prefettura ed ottenere cosi 16 milioni di fondi in modo indebito, avrebbe utilizzato una parte dei soldi per spese personali dei soci dell'associazione: viaggi all'estero, smartphone di ultima generazione, pranzi con vini pregiati, trattamenti di bellezza, capi di abbigliamento di lusso e spese per le utenze personali. 

Secondo le indagini, poi, il rappresentante legale, le cui iniziali sono S.S. avrebbe presentato false dichiarazioni per permettere all'associazione di accreditarsi presso la regione Emilia Romagna e per partecipare ai bandi della Prefettura di Parma per la gestione dei migranti.

L'associazione si sarebbe comportata come una vera e propria azienda in grado di accumulare denaro poi investito anche nell'acquisto di alcuni appartamenti di lusso. Il rappresentante legale, sempre secondo le indagini, avrebbe prelevato circa 80 mila euro dai conti corrente di trentia persone delle quali era l'amministratore di sostegno: questi soldi, presi all'insaputa degli amministrati, sarebbero finiti nelle casse della Svoltare Onlus nei primi anni di attività. 

"Il provvedimento cautelare, emesso dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Parma - dott. Mattia Fiorentini - su richiesta della Procura della Repubblica - si legge in una nota - ha colpito S.S., quale legale rappresentante della Svoltare Onlus, associazione che aveva ottenuto dalla Prefettura di Parma, attraverso false autodichiarazioni, la gestione del servizio di accoglienza richiedenti asilo fin dal luglio del 2015, anno della sua costituzione, nonché, dal Comune di Parma, la gestione di interventi destinati a favore di persone adulte senza dimora in condizione di grave emarginazione. 

Le indagini, avviate nel settembre 2018, scaturiscono da un controllo fiscale svolto nei confronti della Svoltare Onlus, nel corso della quale S.S. esibiva alle Fiamme Gialle una determina dirigenziale della Regione Emilia Romagna ideologicamente falsa. Il documento falso era stato formato allo scopo di occultare ai verificatori il fatto che l’ente non possedeva il requisito di iscrizione al registro regionale delle associazioni di volontariato, titolo essenziale per poter usufruire dei benefici fiscali delle onlus e per poter contrattare con la pubblica amministrazione. 

Pertanto, parallelamente all’attività ispettiva tributaria, veniva avviata una indagine di polizia giudiziaria, coordinata e diretta della Procura della Repubblica di Parma (Sost. Proc. dott. Andrea Bianchi), sviluppata mediante analisi dei flussi finanziari, perquisizioni domiciliari, assunzione di sommarie informazioni testimoniali e riscontri contabili e documentali. L’attività di polizia economico-finanziaria, condotta con un approccio trasversale e multidisciplinare, ha fatto emergere l’utilizzo di false attestazioni per la partecipazione ai bandi della Prefettura e del Comune di Parma, l’indebita appropriazione di parte dei circa 16 milioni di euro di fondi pubblici così ottenuti, nonché l’omessa presentazione delle dichiarazioni IRES ed IRAP del 2016, 2017 e 2018. Inoltre, è stata contestato il reato di peculato in quanto S.S., amministratore di sostegno nominato dal Tribunale (e quindi pubblico ufficiale), si è appropriato di consistenti somme di denaro dei soggetti amministrati.

In particolare, nei primi anni di vita dell’associazione, è emerso che S.S, in qualità di amministratore di sostegno di oltre trenta persone, senza alcuna autorizzazione del Giudice tutelare, aveva prelevato dai conti correnti intestati a diversi di loro (di cui aveva la disponibilità in virtù del pubblico ufficio ricoperto) somme per quasi 80.000 euro, indebitamente confluite nella casse di Svoltare Onlus o, comunque, utilizzate per sostenere spese riferibili all’associazione, con finalità che nulla avevano a che vedere con le necessità degli (ignari) amministrati 

Dopo questa prima fase, in cui S.S. ha finanziato l’associazione utilizzando indebitamente i denari delle persone da lui amministrate, Svoltare Onlus, negli anni successivi, ha potuto contare sugli ingentissimi introiti derivanti dallo svolgimento del servizio di accoglienza dei migranti e di sostegno a soggetti emarginati, in virtù delle illegittime assegnazioni ottenute sia dalla Prefettura che dal Comune di Parma. Tuttavia, come emerso dagli accertamenti bancari e contabili, i fondi pubblici elargiti venivano in parte utilizzati/distratti da S.S. per compiere spese estranee alle finalità del servizio per il quale erano stati erogati.

In particolare, sono risultate addebitate all’associazione:

spese personali dei soci (lauti pranzi con pregiati vini francesi, prolungati viaggi all’estero, acquisti di costosi capi d’abbigliamento e di smartphone di ultima generazione, trattamenti di bellezza, pagamento utenze domestiche personali e di spese condominiali), titolari di carte prepagate accese sui conti correnti di Svoltare o beneficiari di rimborsi o di pagamenti eseguiti direttamente dall’ente;

veri e propri trattamenti stipendiali riconosciuti ai soci, destinatari di accrediti falsamente giustificati come “restituzione di prestiti infruttiferi”, nonostante tali prestiti, per la maggior parte dei casi, non siano mai stati effettuati; 

il ripianamento di debiti personali di S.S., dissimulando le uscite attraverso l’annotazione di fatture per operazioni oggettivamente inesistenti all’uopo emesse dal creditore;

negli anni successivi al 2015, pagamenti di varia natura in favore dei soggetti amministrati da S.S. ai quali, in tal modo, venivano “restituite”, con fondi pubblici, parte delle risorse loro sottratte durante il primo anno di attività dell’associazione. 

Tali condotte, puntualmente ricostruite dagli inquirenti, sono state quantificate in un ammontare complessivo di oltre 240.000 euro.

Gli esiti complessivi degli accertamenti hanno consentito di disconoscere la natura giuridica di associazione della Svoltare onlus, la quale è invece da ricondursi ad una vera e propria impresa individuale, gestita secondo criteri di redditività propri di quest’ultima. Nel primo periodo di operatività, l’associazione, agendo con finalità lucrativa, ha sovente sub-appaltato il servizio di cui era assegnataria ad altra associazione locale, che le fatturava l’importo delle prestazioni ad un costo minore di quello pattuito dalla Svoltare stessa e la Prefettura.

L’associazione, nel corso degli anni, ha compiuto significativi investimenti, di carattere speculativo, sul mercato dei titoli mobiliari ed ha acquistato immobili di rilevante valore. Svoltare, che ha potuto contare su un numero di dipendenti addirittura superiore a quello dei volontari, ha anche garantito la corresponsione di cospicui benefit aziendali ad alcuni “soci volontari”, tali da conferire loro, di fatto lo status di quadri aziendali. 

L’amministrazione della struttura era condotta dal solo S.S. che si comportava come un amministratore delegato monocratico confondendo, peraltro, i conti correnti dell’associazione con quelli personali. 

Pertanto l’ente operava come una vera e propria impresa commerciale distribuendo parte dei proventi dell’attività ai propri associati. Tale modalità di gestione, in violazione delle regole che disciplinano il terzo settore, ha generato il disconoscimento della qualifica di ente non commerciale ed i relativi benefici fiscali previsti per gli enti no profit, con la conseguente riqualificazione dello stesso ad ente commerciale (ai sensi art. 73 e ss. DPR 917/86). Le attività di verifica hanno pertanto consentito di constatare un’evasione fiscale, ai fini IRES ed IRAP, per oltre 1.150.000 euro. 

Il provvedimento di sequestro preventivo finalizzato alla confisca, fino alla concorrenza dell’importo di circa 1.400.000 euro, riguarda il blocco della liquidità presente sui rapporti finanziari dell’associazione (ora Cooperativa sociale Svoltare) ed inoltre otto immobili e nove autoveicoli".


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