Cronaca

Azzerato il clan Cappello: il boss Massimiliano Salvo arrestato in un albergo di Parma

In manette un esponente di spicco del clan mafioso: trenta misure cautelari e sequestri. Tutti i dettagli dell'operazione

Massimiliano Salvo, ritenuto un esponente di spicco del clan Cappello è stato arrestato in un albergo di Parma, dopo un pedinamento durato decine di ore e partito da Catania. Trenta persone che, secondo gli investigatori, appartengono al clan Cappello-Bonaccorsi di Catania, sono state raggiunte da misure cautelari, emesse dal Gip del Tribunale di Catania. 'U carruzzeri' sarebbe stato arrestato nella nostra città. Ci sono stati sequestri di società che operano nel settore dell'abbligliamento. 

CLAN CAPPELLO AZZERATO - E’ stata smembrata nei suoi vertici la cosca mafiosa Cappello – Bonaccorsi. Negli anni l'associazione mafiosa ha guadagnato un ruolo di primo piano, grazie anche al fatto che le altre famiglie sono state decapitate dalle numerose operazioni antimafia. L’influenza del clan dalla Sicilia si estendeva fino in Campania, passando per la Calabria, grazie al business dei rifiuti. Il gruppo di comando era formato da Santo Strano, Giovanni Catanzaro, Salvatore Giuseppe Lombardo, Giuseppe Calogero Balsamo e Salvatore Salvo che era il responsabile per la città. Balsamo invece si occupava della attività illecite nei paesi della provincia, soprattutto nel territorio della piana, nel calatino e nell'hinterland pedemontano.

All'avvio delle indagini è emerso l'interesse della cosca per il settore delle energie rinnovabili,con particolare riferimento alla realizzazione di impianti fotovoltaici nella zona di Belpasso, ad opera di un’azienda del Nord Italia. 

L’organizzazione ha concentrato parte delle risorse derivanti dallo spaccio della droga in attività commerciali, controllando importanti piazze nei quartieri di San Cristoforo e Librino. Lo smaltimento dei rifiuti era uno degli elementi nodali del guadagno della cosca, grazie anche ad una fitta rete realizzata con altre organizzazioni criminali, in Calabria e in Campania. Secondo gli investigatori, Guglielmino stava per vincere la gara per la raccolta e lo smaltimento nel comune di Casal di Principe in Campania, grazie alla vicinanza con la famiglia Grillo legata al clan camorristico dei Casalesi.

Un ruolo di primo piano era affidato alla compagna del boss Salvatore Cappello, pluriergastolano, Maria Luisa Campagna che, secondo le intercettazioni in carcere e le indagini della Squadra Mobile, riportava gli ordini del boss Cappello ai suoi affiliati. Il ruolo della donna è stato determinante nell’organizzazione, tanto da riuscire a mediare situazioni di contrasto con famiglie della ‘ndrangheta calabrese.

Salvo Salvatore Massimiliano, “U carruzzeri”, era stato all’attenzione della stampa nel 2015 durante i festeggiamenti di Sant’Agata quando, secondo alcuni giornali, una delle candelore avrebbe effettuato una lunga sosta davanti  la sua abitazione. La cattura di Massimiliano Salvo è avvenuta in un albergo di Parma dopo un pedinamento durato decine di ore partito da Catania nella giornata di ieri.


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