Cronaca

Tentano di incendiare una cascina con dentro un cane: arrestati due fratelli di Fidenza

Il motivo del folle gesto è la probabile vendetta per l'incendio dell'auto del compagno della madre

Hanno provato ad appiccare un rogo in una cascina doveva viveva un cane come probabile vendetta per l'incendio dell'auto del compagno della madre. I due fratelli sono di nuovo finiti in carcere a distanza di poco più di un mese. I due, con grossi problemi di tossicodipendenza da eroina erano già stati arrestati nel novembre 2016 dopo aver inscenato finti incidenti per rapinare gli automobilisti di passaggio. Hanno 20 e 23 anni e nel pomeriggio del 13 gennaio a piedi hanno raggiunto una cascina a Lugagnano, paese dove abitano, e hanno prima cercato di appiccare un rogo all'esterno, poi non riuscendoci si sono introdotti nel fienile dove con una bomboletta contenente liquido infiammabile sono riusciti a accendere un fuoco vicino alla cuccia di un cane che un 39enne del posto custodisce al caldo nella struttura

I due hanno poi anche preso a calci la cuccia, fortunatamente l'animale è riuscito a scappare. A dare l'allarme ai carabinieri della stazione del paese una vicina che ha prima ha visto i due giovani armeggiare e poi ha visto il fumo. L'intervento tempestivo dei militari ha impedito che le fiamme si propagassero. I ragazzi sono stati bloccati mentre si stavano allontanando: ad incastrarli un paio di chiavi e di occhiali lasciati all'interno. Addosso avevano un frangivetro, la bomboletta e un accendino. «Forse volevano vendicarsi dell''incendio dell'auto del compagno della madre avvenuto a Lugagnano il 26 dicembre 2016. I due probabilmente ritenevano il 39enne il responsabile e volevano fargliela pagare. Il tutto sarebbe maturato nell'ambiente del consumo di eroina in zona. Il responsabile del rogo dell'auto non è ancora stato identificato ma per i fratelli il colpevole era il 39enne e evidentemente hanno cercato di vendicarsi prendendosela anche con il cane», commenta il comandante della compagnia carabinieri dei Fiorenzuola, il maggiore Emanuele Leuzzi. Per i ragazzi, le accuse sono di tentato incendio privato, violazione di domicilio e porto di oggetti atti a offendere (il martelletto rompivetro di cui erano in possesso). I ragazzi - che si sono avvalsi della facoltà di non rispondere - sono stati difesi dall'avvocato Monica Magnelli, la quale ha chiesto tempo per preparare il caso e passarlo alla collega di Parma che è difensore di fiducia della coppia di giovani. Il pm Paolo Maini, invece, ha chiesto la convalida dell'arresto e la custodia cautelare in carcere, poi accordata dal giudice. I giovani sono stati portati in carcere dagli stessi carabinieri di Lugagnano che li avevano arrestati.“
 


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