Cronaca

"Io, nell'incubo della ketamina da 4 anni: ho visto la morte in faccia"

La ketamina, un anestetico per cavalli, è sempre più utilizzato come droga da giovani e giovanissimi: i danni che provoca sono enormi. Nadia (nome di fantasia) ha deciso di raccontarci la sua storia: "Ho iniziato a vent'anni, con la keta sentivo l'anima uscire dal corpo"

Nei giorni scorsi i Carabinieri, nell'ambito di un consueto controllo antidroga, hanno sequestrato, oltre ad hashish, marijuana e cocaina, anche 5 grammi di ketamina. Il sequestro è avvenuto all'interno di un locale pubblico a Salsomaggiore. La ketamina, utilizzata in veterinaria come anestetico per cavalli, è una sostanza stupefacente sempre più diffusa anche nel parmense. Secondo i dati del Sert di Parma però non c'è nessuno caso di persone in cura per l'utilizzo di questo tipo di sostanza. La dipendenza da ketamina non è fisica ma mentale: chi l'ha consumata parla di una sensazione psichedelica che si cerca di ricreare. E' una droga dissociativa, un pò come l'Lsd ma con un effetto diverso. I danni sono enormi, al cervello e al sistema nervoso. L'uso di ketamina per via endovenosa può provocare la morte per overdose. Nadia (nome di fantasia) è una consumatrice di ketamina da quando aveva 20 anni. Oggi ne ha 24 e ha deciso di parlarci della sua esperienza. 

"Ho iniziato a consumare ketamina insieme al mio ragazzo - che all'epoca aveva 22 anni e oggi ne ha 26 - quando avevo vent'anni. Ero fresca di diploma e tutti i ragazzi e le ragazze della mia compagnia erano attratti dai rave, che ogni tanto vengono organizzati lungo il Po, anche qui in provincia di Parma. Era una sera di luglio di quattro anni fa e mi trovavo ad una di queste feste, per le quali non chiediamo autorizzazione, come scelta politica. C'era un ragazzo, che avevo conosciuto la settimana prima, che l'ha offerta a me e al mio compagno e che ci ha consigliato di provarla, ma solo se facevamo già uso di altre droge. E' un anestetico per cavalli, non proprio una cosa soft. Decidemmo di provare insieme: la sensazione che ti dà la ketamina è inizialmente di leggerezza fisica e di euforia mentale. Il passo dal consumo alla dipendenza è breve: già dalla volte successive in cui l'ho assunta, sempre tirandola con il naso, mi mancava quella sensazione e volevo sempre averla con me.

Sul mercato si trova facilmente e ad un prezzo contenuto, rispetto a quello di altre droghe pesanti. Da quella prima sera di luglio continuai ad assumerla ai rave, ma piano piano mi sentivo sempre più depressa senza la sua presenza. Così intensificai l'utilizzo della 'keta' e arrivai a prenderne sempre di più. Non mi rendevo conto che la mia mente si stava svuotando: ogni tanto pensavo al fatto che non fosse giusto tirare un anestetico per cavalli ma non riuscivo a smettere. Era estate e fino ad ottobre, visto che non avevo impegni di sorta, il mio unico obiettivo era diventata la ketamina: la compravo molto spesso, con i soldi che avevo messo da parte". 

"Non volevo arrivare ad essere la classica 'tossica' che ruba per pagarsi le dosi: credevo di poter gestire tutto. Ad ottobre iniziai a frequentare il corso di Architettura al Politecnico di Milano: le occasioni per trovarla triplicarono e l'uso divenne abituale: vivevo in una casa in affitto con altre due coinquiline e la mia vita si era ridotto alle funzione base: non riuscivo più nemmeno a farmi un caffè o ad andare in Università. Ero consapevole degli effetti che la ketamina aveva sul corpo ma in quei giorni non riuscivo a smettere di consumarla: ad un certo punto decisi di iniettarmela, che è la cosa più dannosa che si possa fare, anche perchè può portare all'overdose. 

Il mio ragazzo, esperto in tema di droga ed in grado di aiutarmi in caso di problemi, non era con me ma decisi comunque di fare quel passo. Non potevo più fare a meno di averla e sapevo che iniettandomela avrei ottenuto un effetto maggiore. Dopo 10-15 minuti dall'assunzione sentivo la sensazione come dell'anima che si stacca dal corpo: la 'keta' fa proprio questo, è dissociativa, mi spiegarono poi i medici. Ti senti non in grado di distinguere tra la vita e la morte. Quando tornavo a Parma cercavo i miei vecchi amici e mi facevo ma loro mi mettevano in guardia sui forti rischi. Io non capivo ormai più nulla e litigai anche con il mio ragazzo. Un giorno, a casa dei miei genitori, arrivai ad uno stato quasi comatoso: dopo il ricovero stetti male per una settimana e decisi di smettere. E' una droga molto pericolosa e vorrei dire a chi frequenta i rave di non assumerla, di non provarla: io ero regredita ad una sorta di condizione di demenza, come se avessi avuto ottant'anni. Sono una sopravvissuta o quantomeno mi sento come se lo fossi". 


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