Quartieri - Oltretorrente, Insurgent City: "Stanno distruggendo la città"
Il collettivo presenta un opuscolo dedicato ai progetti di riqualificazione dell'area e alle opposizioni sociali sviluppate in questi mesi: "Non vogliamo che il quartiere cada sotto i colpi della speculazione"
Perchè un opuscolo sull'Oltretorrente?
"L'Oltretorrente da sempre accoglie chi arriva da fuori città -sottolinea Andrea Bui di Insurgent City- prima gli abitanti delle campagne e delle montagne parmensi, poi gli italiani del sud e oggi i migranti delle più svariate provenienze. Un quartiere che è stato trascurato parecchio finchè non si sono accesi i riflettori su "Parma Vecchia", riflettori che hanno fatto un ritratto ingrato dei borghi, enfatizzando i problemi di convivenza, che pure esistono, ma che sono stati ingigantiti per giustificare operazioni immobiliari che nulla hanno a che fare con la qualità della vita dei suoi abitanti.
Qual'è lo stato di salute delle lotte contro i progetti di riqualificazione dell'Oltretorrente?
Fare politica dal basso -prosegue Andrea- è molto difficile e faticoso. Sopratutto contro un'amministrazione come questa, che si ritiene infallibile solo per il fatto di aver vinto le elezioni. Noi pensiamo che la partecipazione sia qualcosa di diverso dalla pubblicità recapitata capillarmente porta a porta ("Parma è un modo di vivere..."). E' un processo faticoso ma che intendiamo portare avanti, sicuramente i prossimi grandi lavori che colpiranno il quartiere troveranno una fiera opposizione. Noi non ci tireremo certo indietro".
L'Oltretorrente secondo Insurgent City
"Chiariamo subito una cosa. Sappiamo che un progetto di riqualificazione (vero, intendiamo), ha bisogno non solo di conoscenze ma anche di partecipazione, in modo che gli abitanti di un luogo possano sentirsi partecipi di un cambiamento e non estranei ai propri luoghi. Facciamo questa premessa perchè ci hanno spesso accusati di essere quelli del No. E' un'accusa molto comoda. E falsa. In primo luogo poniamo una questione di metodo. Non si fanno gli studi (vedi Triani) dopo che i lavori sono partiti da molti mesi, oltre a essere soldi buttati sono una presa in giro. Gli studi e l'ascolto delle esigenze si fanno prima di iniziare i lavori. Invece che calare dall'alto baracconi pseudo culturali, perchè non coinvolgere le associazioni del quartiere, ad esempio, per sentire che progetti potrebbero essere messi in piedi?
Invece che criminalizzare la presenza degli stranieri in nome di una parmigianità perchè non valorizzarla coinvolgendo questi nuovi abitanti? Perchè non contribuire ad abbassare il prezzo degli affitti tramite la costruzione di case popolari, ristrutturando vecchi edifici disabitati da anni (l'ospedale Stuard, ma è solo il primo che viene in mente). Noi auspichiamo insomma un recupero del centro storico che tenda all'integrazione tra le componenti principali del quartiere (studenti, migranti e anziani). Sarebbe bello che si potenziasse una socialità non vincolata al consumo, panchine, manutenzione di spazi verdi più efficace, una campagna culturale che non strizzi l'occhio al terrore della diversità. Per rimanere vivo l'Oltretorrente non deve trasformarsi in un museo a cielo aperto per turisti in cerca del brivido barricadiero, per vendere un pezzo finto di città, magari con finte osterie che offrono sei striminziti tortelli a 12 euro, perchè in fondo a questo spesso si riduce la parmigianità di “Parma Cinica”.
Si parla di
- Pietro Vignali
- Oltretorrente
- Via John Fitzgerald Kennedy
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