Cronaca

I Promessi Sposi di Lenz. Manzoni 'illuminato' dagli attori sensibili

Il risultato è prezioso: un canto unico che sa di tragedia, nei personaggi e nella descrizione del quadro storico. La ricostruzione filologica del testo è fatta con precisione e gli innesti contemporanei rendono il quadro più tragico

Prima nazionale, ieri sera negli spazi industriali di Lenz Teatro, per i 'Promessi Sposi' di Alessandro Manzoni, rivisti nella chiave creativa della compagnia Lenz Rifrazioni, che ci ha ormai abituato alla riscrizione di testi classici della letteratura internazionale. Con Manzoni Lenz sceglie di 'illuminare' il grande romanzo con la sensibilità degli attori ex-lungo degenti psichiatrici del gruppo di San Pellegrino Parmense, che da anni lavorano con la compagnia. Repliche giovedì 21, venerdì 22, sabato 23 e domenica 24 novembre alle 20.30 a Lenz Teatro in via Pasubio, 3 a Parma. 

Il risultato è prezioso: un canto unico che sa di tragedia, nei personaggi e nella descrizione del quadro storico. La ricostruzione filologica del testo è fatta con precisione e gli innesti contemporanei rendono il quadro più tragico, rappresentativo e unico. Se l'Innominato appare in video, leggendo quella che sembra una litania filosofica e psicologica sull'animo umano, gli attori sensibili donano al discorso teatrale e narrativo in scena un senso di caducità e tragicità.

La fondazione della nuova lingua secondo Manzoni: il contatto tra l'italiano aulico degli attori e il linguaggio 'naturale' degli attori sensibili. Una rilettura che si contestualizza nel contemporaneo: se l'addio ai monti diventa un'addio alle scene e le immagini sono quelle della finestra della Sala Majakovskij da cui, fino a qualche anno fa, si poteva vedere il Duomo di Parma, allora il raccordo con lo spazio è evidente. I personaggi di quest'opera contemporanea dialogano in un testo unico, modulato dalla presenza dei primi piani in video, ricordo forse di un mondo terminato e artificiale, forse di alcune immagini televisive dello scorso decennio. 


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