Cronaca

Minacciarono con un coltello un giovane e tagliarono la cassaforte: due arresti per la rapina in villa a Porporano

Arrestati gli altri due componenti della banda che rapinò una villa a Porporano in ottobre. Individuati grazie all'individuazione della Golf nera rubata, al riconoscimento della vittima e ai tabulati telefonici: tutti i dettagli

In manette due componenti della banda che in ottobre avevano rapinato una villa a Porporano. Il 20 ottobre del 2016 alcuni malviventi entrarono all'interno di una villa a Porporano per effettuare un furto. All'interno dell'abitazione era presente un ragazzo, il figlio dei proprietari che, al momento dell'ingresso dei ladri, si trovava nel bagno al piano di sopra. Accortosi del rumori si era visto puntare contro un grosso coltello ed era stato costretto a scendere. Dopodiché i ladri avevano preso un flessibile da una borsa della Conad ed avevano tagliato la cassaforte, fuggendo con un bottino del valore di 5 mila euro. Sul posto era poi arrivata la Polizia Scientifica per i rilievi di rito. Dalle immagini delle telecamere gli investigatori hanno verificato che i malviventi si erano allontanati a bordo di una Golf nera. Il 23 ottobre una sezione della Squadra Antirapine aveva individuato in via Cerchi il punto di appoggio di alcuni ladri albanesi che avevano in uso proprio una Golf nera, un modello identico a quello utilizzato per la rapina in villa a Porporano.

LA GOLF NERA - L'auto era stata rubata il 24 luglio 2016 durante un furto in abitazione: all'interno del veicolo, sottoposto a perquisizione, i poliziotti hanno trovato gli attrezzi da scasso, utilizzato per forzare la finestra balcone della casa di Porporano e la borsa plastificata della Conad, la stessa che conteneva il flessibile, utilizzato per tagliare la cassaforte. Tre persone sono state indagate per la rapina in villa e messe in stato di fermo: due di loro, K.E. ed R.A. non hanno parlato mentre la terza, G.A, messa davanti all'evidenza dei fatti ha ammesso di essere stata presente durante la rapina.

IL RICONOSCIMENTO - Successivamente gli inquirenti hanno convocato in Questura la vittima della rapina, mostrandole un fascicolo fotografico con le foto di varie persone, tra cui anche quelle dei tre indagati. Il giovane, nonostante la paura provata in quei momenti, ha riconosciuto tutti e tre i malviventi posto in stato di fermo come gli autori della rapina ed ha riconosciuto anche la borsa di tela plastificata della Conad. Dopo l'analisi dei tabulati telefonici di K.E ed R.A. i due sono stati indagati in stato di libertà per rapian aggravata in concorso. La Procura della Repubblica ha chiesto l'emissione di un'ulteriore misura restrittiva a carico dei due malviventi e lunedì scorso il Gip ha disposto la custodia cautelare in carcere. 


Si parla di