Emergenza casa - Sfratti: cinque famiglie evitano la strada grazie alla Rete
Gli attivisti della Rete Diritti in Casa mobilitati per tutta la giornata per cinque sfratti al terzo, quarto e sesto ingresso dell'ufficiale giudiziario. La mediazione ha permesso il rinvio di tutte le esecuzioni
La soluzione proposta dai servizi sociali è stata prima il consiglio al padre di inviare moglie e figli in Tunisia e poi, dopo la mediazione dell'ufficiale giudiziario, una struttura per la madre ed i figli con la divisione della famiglia. Al rifiuto di Ezzedine c'è stata una lunga trattativa, con l'arrivo anche del capo della Digos Roberto Cilona che ha portato al rinvio dello sfratto al 13 maggio, data ultima per l'abbandono dell'appartamento. Solo le mediazione delle forze dell'ordine, degli attivisti della rete e dell'ufficiale giudiziario ha permesso ad Ezzedine di rimanere in casa per altrei quindici giorni insieme alla sua famiglia. In tutto questo il Comune di Parma, con le assegnazioni ancora bloccate, non ha offerto un'alternativa alla famiglia. L'Assessore alla Casa del Comune di Parma Giuseppe Pellacini ieri in una nota ha sottolineato che l'assegnazione avverrà nel mese di maggio. Nella stessa nota Pellacini ha ricordato che a tutti quelli che hanno 14 punti del bando di emergenza è stato assegnato un alloggio. Cela e la sua famiglia, presenti oggi al presidio, però, dopo un anno e mezzo dalla domanda per l'emergenza con l'assegnazione di 14 punti, sono ancora in strada.
Verso le dieci è stato aperto uno striscione su via Trento con scritto "Senza casa non ci sto. Occupare è necessario" e distribuiti volantini, spiegando al megafono le ragioni della protesta. Alle 16, dopo la decisione di alcune ore prima della famiglia di Ezzedine e degli attivisti della rete di rimanere in casa, è stato annunciato il rinvio. "Chiediamo alla nostra amministrazione perchè dice bugie -dichiara Luigi della Rete Diritti in Casa- perchè esce con comunicati fasulli, perchè non fa una politica seria sulla casa: la domanda di casa è una domanda che parla di precarietà, di disoccupazione. C'è la necessità di case a prezzi accessibili, nella nostra città c'è solo speculazione. Partiamo dalla difesa di questo sfratto per creare politiche alternative sulla questione della casa. Attualmente 45 persone hanno trovato casa in via Bengasi in un posto abbandonato per fini speculativi: insieme si può vincere, si può trovare una alternativa alla precarietà e all'esclusione".
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