Cronaca

Movida sotto ai portici di via d'Azeglio, Casa: "E' vietato l'uso improprio prolungato"

L'assessore, dopo le polemiche, invia una lettera aperta ai cittadini: "Vietare l'uso improprio prolungato delle strutture storiche e la consumazione di cibi in prossimità delle stesse - si badi, non il sostare, il riposare per breve tempo o il bere acqua -mi paiono un prezzo equo rispetto a quanto si chiede"

Movida 'blindata' in via d'Azeglio. Il nuovo regolamento ideato dall'Amministrazione a 5 Stelle entrerà in vigore il 26 giugno. Per molti le 'regole' sono troppo restrittive e limitano le più banali azioni quotidiane, come sedersi sotto i portici di via d'Azeglio. I commercianti, appoggiati da Confesercenti giovedì sera metteranno in atto la prima protesta in forma di flash mob chiudendo i locali. L'assessore Cristiano Casa ha scritto una lettera aperta alla città: " 

LA LETTERA APERTA DI CASA“Avevamo detto che ci avremmo lavorato e puntualmente lo abbiamo fatto. Il Regolamento della Convivenza Civile, comunemente definito sulla movida, è il più completo e specifico codice sulla salvaguardia della città e dei suoi monumenti, ed entrerà in vigore il prossimo 26 giugno. È infatti arrivato il momento di dire basta ad una minoranza di incivili privi di rispetto per Parma ed i suoi abitanti. C’è chi ancora oggi non si vergogna di urinare sulle pareti dell’Ospedale Vecchio o nei vicoli adiacenti, di sporcare le scale del Teatro Regio con residui di alimenti e bevande, di lasciare cartacce sulle scale dei Portici del Grano o su quelle del Duomo. Tutti dobbiamo dotarci di civismo e di rispetto verso il prossimo, ma laddove entrambi scarseggiano, meglio prevenire con un regolamento che non sia duro, ma giusto; che non sia severo, ma equo, che non sia timoroso, ma determinato. 

I nostri edifici storici non sono solo un biglietto da visita per i turisti, ma simboli della storia millenaria di Parma. Se la civiltà della maggioranza, se l’educazione familiare o le sanzioni dei vigili non sono sufficienti per difendere la città dagli incivili, allora meglio dotarsi il prima possibile di un Regolamento che li sappia individuare e isolare. In estrema sintesi vietare l’uso improprio prolungato delle strutture storiche e la consumazione di cibi in prossimità delle stesse – si badi, non il sostare, il riposare per breve tempo o il bere acqua -mi paiono un prezzo equo rispetto a quanto si chiede: non sporcare la città e soprattutto rispettare chi la vive. E a chi pensa che reprimendo l’inciviltà si limiti a tutti un poco di libertà, rispondo che non ci sarebbe bisogno di questo, se anziché prendersela con le regole ce la prendessimo con i trasgressori. In una società che si dice civile vale pur sempre un concetto: maleducazione e menefreghismo si combattono all’interno del focolare domestico e già in giovane età. L’amministratore pubblico, invece, presuppone di parlare con cittadini consapevoli che degradare la propria città sia un danno per tutti oltreché per se stessi”.


Si parla di