Cronaca

Rinvenuto un villaggio neolitico durante gli scavi per il nuovo Conad

Gli archeologi hanno scavato sotto la supervisione della Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio di Parma e Piacenza: trovati 32 strutture e 4 tombe

RIsale alla prima metà del V millennio A.c. il vilaggio neolitico trovato sotto il terreno dove sorgerà il nuovo Conad, in località Torrazzo a Traversetolo. Lo scavo ha permesso di risalire a 32 strutture e 4 tombe, di cui una all'interno della quale è stato trovato anche un corredo che potrebbe essere legato ad una persona che aveva un ruolo importante nella comunità. Gli archeologi hanno iniziato a scavare il 23 marzo, sotto la supervisione della Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio di Parma e Piacenza, sotto la direzione scientifica di Roberta Conversi. Lo scavo è stato effettuato dalla ditta Archeosistemi di Reggio Emilia. Sono state trovate 32 strutture e 4 tombe: tra le strutture anche cave d'argilla, pozzetti e buche di palo. E' stato trovato anche un grande pozzo freatico e un silos per la conservazione dei cereali. Sono state trovate anche due coppie di tombe, una maschile ed una femminile. I DETTAGLI DELLO SCAVO 

Nel corso di saggi per la verifica preventiva dell’interesse archeologico, in applicazione delle disposizioni dell’art. 25, del D.Lgs. 50/2016, sono venuti in luce a Traversetolo, loc. Torrazzo, Via Azzurra, nell’area del costruendo Conad, suoli con manufatti che hanno attestato la presenza di tracce di un popolamento di età preistorica nell’area, rivelando nel comparto un alto rischio archeologico. La Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Parma e Piacenza ha pertanto richiesto che i lavori di scavo fossero eseguiti con la sorveglianza di archeologi professionisti, sotto la direzione scientifica di funzionari dell’Ufficio preposto alla tutela. Lo scavo per la realizzazione delle trincee per la laminazione delle acque superficiali del parcheggio e dei plinti di fondazione del supermercato, svolti con l’assistenza archeologica, hanno evidenziato la presenza di suoli e strutture
preistoriche, poste a una quota superiore o pari a quella indispensabile per la realizzazione delle opere in progetto. La complessità stratigrafica emersa è stata interpretata grazie anche al supporto dell’analisi geoarcheologica che ha permesso di comprendere la genesi complessiva dei depositi sepolti nell'area di cantiere e di attribuire le strutture emerse al suolo di pertinenza.

Si è proceduto con lo scavo stratigrafico delle strutture venute in luce, identificate per forma e contenuto. E’ stato effettuato così il recupero di oggetti diagnostici per una cronologia e attribuzione culturale. All’interno degli scavi delle trincee e dei plinti sono venute in luce ed indagate 32 strutture e 4 tombe. Tra le strutture sono state individuate fosse interpretabili come cave di argilla, alcuni pozzetti semplici e numerose buche di palo di varie dimensioni, quest’ultime attribuibili ad impianti lignei riferibili a strutture di servizio e residenziali. Di particolare interesse il ritrovamento di un grande pozzo freatico, di una tipologia fin ora non rinvenuta nel territorio parmense, collegato ad una caletta, forse di adduzione di acqua, che attraversa tutto l’area indagata. Di notevole interesse è anche un silos per la conservazione dei cereali. Tutti questi manufatti sono testimonianze della presenza di un villaggio, la cui organizzazione potrà essere studiata in seguito all’analisi dei dati e dei materiali rinvenuti. All’interno del villaggio, in due aree distinte sono venute in luce due coppie di tombe ciascuna con un individuo maschile ed uno femminile, sepolti ad inumazione in fossa semplice scavata nella terra, con scheletri di individui deposti in posizione rannicchiata sul fianco sinistro, con lo sguardo rivolto a est, tipica posizione databile al neolitico. Ai defunti di sesso maschile era stato attribuito un corredo funerario, di cui uno costituito da una punta di freccia in selce posizionata sotto la nuca. Particolare rilievo riveste il corredo attribuito ad un defunto cui sono stati deposti sul palmo della mano sinistra due asce, una in pietra verde e una in giadeite e due romboidi (punte di freccia), oltre a uno scalpello in pietra verde posto nei pressi del cranio, segni di distinzione di un personaggio maschile che rivestiva un ruolo importante nella comunità. I due defunti di sesso femminile, posti in tombe adiacenti a quelle maschili, non avevano alcun oggetto di corredo. Le testimonianze documentate sono databili a età neolitica, al neolitico medio (Cultura dei Vasi a Bocca Quadrata, prima metà del V millennio a.C. - ca. 4800-4700 a.C.). Si tratta di un’importante testimonianza che porta nuovi dati ed informazioni sul popolamento in età neolitica nel territorio di Traversetolo; lo studio dei materiali raccolti e dei dati di scavo consentirà di definire meglio la fase cronologica del sito e la sua genesi e abbandono. Lo scavo archeologico è iniziato il 23 marzo e si è concluso il 2 maggio 2017, lasciando libera l’area per la realizzazione dell’opera in progetto.  La proficua collaborazione tra la committenza e la Soprintendenza ha garantito il rispetto e la tutela del sito archeologico con il reperimento di dati importanti, consentendo la realizzazione dell’opera in progetto.

Informazioni scientifiche: Roberta Conversi e Lorenza Bronzoni
Direzione scientifica dello scavo archeologico: Roberta Conversi, funzionario archeologo della Soprintendenza ABAP
PR e PC, roberta.conversi@beniculturali.it
Direzione cantiere archeologico e interpretazione geoarcheologica: Lorenza Bronzoni, archeologa e Fabrizio Pavia,
geoarcheologo, Indagine antropologica: Stella Interlando, dell’impresa AR/S Archeosistemi s.c. di Reggio Emilia.
Committenza lavori: Conad Centro Nord
Imprese esecutrici lavori: Camst, Buia Coop, Edile artigiana
Direzione lavori e sicurezza cantiere: Studio Bocchi
Ditta incaricata degli scavi archeologici: AR/s Archeosistemi s.c.RE


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