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Aeham Ahmad

Era pianista nel campo palestinese sotto assedio di Yarmouk, alle porte di Damasco. Possedeva un pianoforte verticale, dal legno consumato e vissuto, che trasportava per le strade devastate del suo quartiere, in mezzo alle rovine.

I giovani, gli anziani, i sopravvissuti si stringevano in cerchio attorno a lui e cantavano in coro, nonostante l’assedio dell’esercito siriano, i jihadisti del gruppo Stato islamico (Is), i bombardamenti e la carestia.

Stretti nella morsa asfissiante e disumana della guerra, sotto i colpi, le bombe, i cecchini. Poi è partito, ha percorso centinaia di km a piedi, da Damasco a Berlino, ha scelto la salvezza, l’ha trovata. Ora se lo contendono dappertutto, fa concerti in tutta la Germania e ha ricevuto un premio per il suo impegno a favore dei diritti umani.

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