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Canto per Europa: Rumiz in Arena Shakespeare

L’Europa, imbarbarita e senz’anima, ha dimenticato le sue origini e persino il suo nome. Per ritrovarlo, quattro Argonauti occidentali – nomadi incalliti – battono il Mediterraneo su una barca ultracentenaria portatrice di una grande storia. Questo l’incipit della vicenda che racconta Canto per Europa, tratto dall’omonimo libro di Paolo Rumiz pubblicato nel 2021 da Feltrinelli, in scena in Arena Shakespeare di Fondazione Teatro Due l’8 luglio alle 21.15. Insieme allo stesso Rumiz, ci saranno gli attori Lara Komar e Giorgio Monte e la musica mediterranea e balcanica suonata dal vivo di Aleksandar Karlic e Vangelis Merkouris, tutti protagonisti di un reading diretto da Franco Però e prodotto da Intesa Sanpaolo / The Italian Literary Agency. Questa è la storia di quattro uomini su una nave, quattro conquistatori dell’inutile, quattro uomini di frontiera: Petros, l’Ammiraglio, Sam il Francese zoppo, Ulvi, il cuoco turco e il narratore, astronomo e scrittore. Cercano una dea, madre dei popoli.

La loro barca viene avvistata a largo del golfo di Palermo, di Napoli, poi a Creta, a Maiorca, nello Ionio o al largo di Marsiglia fino a raggiungere Cnido, città fantasma sul confine che unisce Asia ed Europa, ma è verso Oriente che il loro viaggio prenderà una piega inaspettata, per arrivare a scoprire una nuova terra e la storia che la incarna. Sulle coste del Libano, prendono a bordo una giovane profuga siriana di nome Europa, che chiede di fuggire con loro verso ovest. Da quel momento, rivive in lei la leggenda della principessa fenicia rapita da Giove-toro, mentre il viaggio attraversa le meraviglie del mare aperto ma anche la deriva di un mondo fuori controllo: naufragi, emigrazioni e turismo di massa, conflitti, pestilenze, incendi e alluvioni. Ingravidata in sogno dal re degli dèi, la ragazza si svela come la Grande Madre e, nel vedere per la prima volta la sua nuova terraferma, esprime la propria gioia in modo tale che i compagni, commossi, decidono di dare al continente il nome di lei. La sua epopea li aiuterà a comprendere il senso della loro patria comune: Europa è “il sogno di chi non ce l’ha”, di chi viene da lontano, non di chi la abita. Ma soprattutto Europa è femmina, è una figlia dell’Asia, è una donna benedetta dagli dèi, e forse la capostipite di tutti i migranti.

Paolo Rumiz, grande narratore che da sempre racconta la nostra necessità di essere cittadini del mondo, riscrive al femminile l’epica del nostro continente, mescolando mito, viaggio, storia e mistero alle tragedie dell’attualità. Si interroga sulle sue origini, sui suoi valori, sui suoi strappi e sulle sue lacerazioni. È una storia scritta di notte e non è un dettaglio: nel buio, attorno al fuoco, sono nati i racconti delle nostre radici. Di queste narrazioni fondanti Canto per Europa ha il ritmo e il respiro. Un’opera straordinaria, antica nel respiro e contemporanea nella denuncia. biglietteria@teatrodue.org – Tel. 0521.230242


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