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L’altro novecento

Carlo Goldstein, direttore d’orchestra e Carlo Mambriani saranno i protagonisti del Preludio in programma venerdì 18 giugno alle ore 12.00 (in streaming), dedicato al tema Innovazione e tradizione nei classicismi del Novecento. Il dialogo verterà in particolare sul Neoclassicismo, affluente fecondo e rigoglioso nel grande fiume della creatività musicale del Novecento storico italiano. I compositori della penisola hanno partecipato alla sfida europea di innovazione del linguaggio e di superamento del Romanticismo cercando ispirazione nell'antica e nobile tradizione musicale nazionale. Non più solo Belcanto, Melodramma e Opera buffa dunque; improvvisamente riecco la modalità gregoriana, la vocalità palestriniana e la scuola violinistica bolognese, la civiltà musicale veneziana e il contrappunto romano. La storia musicale italiana diventa allora improvvisamente una miniera inesplorata di tesori su cui le mani e le orecchie contemporanee non vedevano l'ora di cimentarsi. 

Sempre in streaming, dalla Sala Gavazzeni del Centro di Produzione Musicale Arturo Toscanini, Carlo Goldstein dirigerà la Filarmonica Arturo Toscanini nel concerto di sabato 19 giugno, ore 21.00. Verranno eseguiti la Sinfonia n. 3 di Nino Rota, la Serenata op. 46bis di Alfredo Casella, la Sinfonia n. 1 “Classica” in re maggiore op. 25 di Sergej Prokof’ev. 

«Il programma "L'altro Novecento" proposto con la Filarmonica Arturo Toscanini – spiega il Maestro Carlo Goldstein - ripercorre alcune vie di questa avventura artistica. La Sinfonia nr. 1 "Classica" di Prokof'ev è forse il simbolo stesso del Neoclassicismo europeo e a questo celebre esempio è ispirata la Sinfonia nr. 3 di Nino Rota. In questa sinfonia "Classica" all'italiana Rota mostra la sua vena di eccezionale melodista in grado di coniugare una forma del tutto tradizionale con temi spigliati di carattere popolare. La Serenata op. 46bis è invece un lavoro composito in cui respiriamo le ampie prospettive europee di Casella, una figura decisiva nella promozione e nella sprovincializzazione della cultura musicale italiana di inizio secolo. Il linguaggio è ormai liberato da ogni residuo sentimentale e romantico e attinge al gusto modernista delle avanguardie europee di quel tempo: sentiamo in apertura il sarcasmo di Prokof'ev, poi un omaggio a Mahler per soli archi e in seguito, nel movimento per soli fiati, troviamo invece rielaborata la lezione francese. A tale ricchezza di riferimenti si mescolano inattesi alcuni temi italiani: nella scena notturna compare in lontananza una canzone napoletana orchestrata in modo raffinato e il Finale è una Tarantella indiavolata! Casella sembra insomma voler portare tanto l'Italia nella grande scena musicale europea quanto le novità musicali del modernismo europeo nella sale da concerto italiane! È questa una lezione di europeismo e di integrazione culturale attuale e necessaria oggi più che mai».


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