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Lotta contro le mafie

Si conclude la Stagione a Europa Teatri sabato 30 aprile con una serata interamente dedicata alla lotta contro le mafie, questione di stringente attualità che interessa anche il nostro territorio: alle ore 21.15 lo spettacolo “Giovanni Falcone: un uomo” del TeatrO dell’Orsa, a cui seguirà la proiezione del cortometraggio “Il pittore della tenda” sulla figura di Emanuele Modica, che, straordinariamente, sarà presente per lasciare un segno personale della sua storia, insieme al regista Renato Lisanti e a Emilia Bennardo, coordinamento LIBERA Parma.

“Giovanni Falcone: un uomo”, scritto, diretto e interpretato da Bernardino Bonzani e Monica Morini, con la collaborazione alla ricerca e drammaturgia di Annamaria Gozzi, racconta la vita del giudice ucciso dalla mafia nel 1992 nell’attentato di Capaci. La narrazione si muove vibrante sulle parole pronunciate da Falcone e dai testimoni che lo hanno conosciuto: il suo impegno, le vittorie e le sconfitte. Le mosse della “battaglia” dal palazzo di giustizia, u palazzu, contro il mostro, il carciofo, Cosa Nostra. La macchina del fango: le difficoltà, il sospetto che lo circonda e crea discredito intorno alla sua azione indomita, coraggiosa, costante. La strage di Capaci ferma lui e la sua scorta, ma non le sue idee. Giovanni Falcone non è soltanto un magistrato che lotta contro la mafia, ma un uomo delle istituzioni che crede fermamente nei valori della democrazia e della legalità.

Lo spettacolo, rivolto anche ai ragazzi dai 10 anni in su, è sostenuto dalla musica al pianoforte di Cavalleria Rusticana di Pietro Mascagni e dai brani di Astor Piazzolla eseguiti da Claudia Catellani.

Seguirà la proiezione del cortometraggio “Il pittore della tenda” sulla figura di Emanuele Modica, regia e montaggio di Renato Lisanti, sceneggiatura firmata da Salvo Taranto e Renato Lisanti, fotografia di Zorba Brizzi, testi e interviste di Salvo Taranto, produzione Luminol Film.

Il 13 luglio 1961 il contadino Vincenzo Modica veniva ucciso a Palermo con due colpi di lupara per essersi opposto all'esproprio del proprio terreno da parte dei mafiosi, per avere difeso dal cemento delle speculazioni edilizie quel fazzoletto di terra che era il pane della sua famiglia. Nel 2016 l'ottantenne Emanuele Modica, suo figlio, vive sui colli di Parma e riceve i visitatori nella sua piccola casa-museo, accompagnandoli in un percorso suggestivo di narrazione della sua vita di uomo e di artista. Modica è “il pittore della Tenda”: per trent’anni ha girato l'Italia in lungo e in largo a bordo di un furgone carico di tele e storie da raccontare. E quando decideva di fermarsi, issava in piazza una grande tenda verde e allestiva la sua mostra. Così, "a colpi di pennello", ha sfidato platealmente la mafia: vendicando con l'arte l'assassinio di suo padre e affidando alla pittura il suo messaggio di denuncia, di rabbia, di rivolta. La tenda, fatta eccezione per i mesi invernali, è stata anche la sua casa fino al giorno del suo ritiro, avvenuto nel 2001 a causa di un malore. Oggi, arrugginita e impolverata, esposta in un angolo del suo museo e visibile solo a chi va a fargli visita. L'artista infatti ha smesso di fare il nomade dell'antimafia e vive oggi con la moglie in un'antica canonica della provincia parmense, occupandosi della piccola chiesa seicentesca e della sua esposizione permanente, continuando a dipingere o a scolpire il legno.


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