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Mi voleva Strehelr

Maurizio Micheli porta al Teatro di Ragazzola “Mi voleva Strehler”, lo spettacolo cult che con più di mille repliche al suo attivo mantiene immutate dal 1978 la forza comica e satirica. Lo spettacolo gioca su diversi piani mascherando, dietro un’apparente semplicità, una riflessione profonda sull’arte dell’attore. La storia narra, col pretesto di un provino che un attore di cabaret deve sostenere davanti a Giorgio Strehler e che dovrebbe aprirgli le porte del successo, uno spaccato del teatro italiano a cavallo tra gli anni ‘60 e ‘70. Assistiamo così alla scoperta del teatro alternativo e all’impegno politico di ispirazione brechtiana, al racconto de “la prise de l’Odéon” ai tempi del ’68 e alle imitazioni nostrane dei grandi innovatori di quell’epoca: il Living, Grotowski, il Terzo Teatro, rese ancora più comiche dallo stridore con la condizione reale del giovane attore narrante. Maurizio Micheli dimostra grandi doti nel far vivere questo suo personaggio dal sapore autobiografico e lo spettacolo merita di essere visto anche per la qualità e la vivezza del testo e per l’alto tasso di intelligenza di cui è pervaso, che porta al riso e al sorriso sempre rifuggendo da banali volgarità. Scrive Umberto Simonetta, autore assieme a Micheli del testo dello spettacolo: “Ho avuto attori bravissimi ma non di grosso richiamo, almeno non lo erano ancora quando recitavano con me, negli anni tra il ’78 e l’83, dopo alcuni di loro lo sono diventati. Ma i teatri si sono riempiti ugualmente e non solo il piccolo “Gerolamo” di Milano che dirigevo in quel periodo. Il pubblico dunque veniva per assistere al lavoro, probabilmente attratto da qualche autorevole recensione, magari da un titolo indovinato, dal parere favorevole di amici che l’avevano già visto o da chissà che altro. Appena si apriva il sipario (quando c’era il sipario) lo spettatore si trovava così a dover fare prima di tutto conoscenza con l’attore in scena: doveva fissarlo, misurarlo, lasciatemi dire annusarlo, decidere se gli era o non gli era simpatico, decidere se gli avrebbe mai concesso l’autorizzazione a farlo ridere o, come direbbero altri, a inoltrargli il messaggio comico. Questa spietata perlustrazione può durare un attimo oppure un secolo ma qualsiasi sia la sua durata per l’attore e per l’autore sarà sempre eterna. Ho avuto la fortuna di avere degli attori che riuscivano a ottenere il lasciapassare con grande celerità: ma ho la solida convinzione di avergli fornito ogni volta il materiale idoneo a facilitargli e di molto il compito. Con grande emozione con grande gioia ho visto il pubblico abbozzare un sorriso, poi sorridere con maggior decisione, ridere poi e sghignazzare infine senza ritegno”. Esigua la disponibilità di posti, in prevendita presso il Parma Point di strada Garibaldi a Parma, l’edicola di Ragazzola e l’ortofrutta di Roccabianca. Per altre informazioni www.teatrodiragazzola.it .


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