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'Triste, solitario y final. Titolo provvisorio' in scena al Teatro due

Dopo tanti anni di Teatro diventa difficile tirare le somme della vita, quando le parole, i pensieri, i sentimenti, gli stessi sogni sono tutti debitori a sogni fatti da altri e, per l’uso forsennato che ne è stato fatto, occupano la memoria lasciando solo piccoli spazi da utilizzare per la ricostruzione di una identità. Partendo da questa consapevolezza Roberto Abbati e Gigi Dall’Aglio hanno creato e interpretano TRISTE SOLITARIO Y FINAL. TITOLO PROVVISORIO, uno spettacolo che debutterà in prima nazionale martedì 26 gennaio alle ore 21.00 al Teatro Due di Parma (repliche fino al 10 febbraio).

Una vecchia coppia di comici si incontra in un sogno, in uno degli incubi più frequenti per gli attori, cioè quello di non ricordarsi la parte, e lì comincia a raccontare la crisi che stanno attraversando. Sono entrambi invecchiati e le differenze che li hanno contraddistinti segnando il loro successo si sono ormai smussate: il magro è un po’ ingrassato, il grasso dimagrito, gli ingaggi scarseggiano e la confusione fra finzione e realtà si fa palpabile.

Tutti i problemi del mestiere dell’attore, anche i più bassi, vengono a galla: dal bisogno di essere gratificati alla paura del fallimento, dalla smania di successo all’angosciosa attesa dello squillo del telefono per un nuovo ingaggio. Così, seguendo l’andamento disordinato e irrazionale dei sogni, di momento in momento, giungono a una riflessione sulla vita e la morte, dando forma a un onirico e ironico discorso sull’attore e sul teatro.

Se il teatro è un luogo in cui il tempo e lo spazio hanno una valenza particolare, chi vi ha trascorso tutta la vita, dove ha vissuto in realtà? X e Y, vecchi e navigati attori se lo domandano, e si rispondono ispirandosi alla sola lingua che conoscono, quella che si è cibata della letteratura teatrale che hanno consumato e vissuto, e così ripercorrono in una dimensione inconscia e comica, Plauto, Pinter, Pasolini, Pirandello, Flaubert, Shakespeare, Euripide, Büchner, Mayorga, Allen, Bergmann, Beckett, Verdi…

Gli attori non possono fare altro che giocare, e farlo fino alla fine, fino alla morte. E come si fa a morire? Ancora una volta è il teatro a rispondere, attraverso le parole di Pasolini: “uno fa aaah aaah, poi all’improvviso non riesce più a fare aaah aaaah”.

TRISTE, SOLITARIO Y FINAL TITOLO PROVVISORIO contiene già nel nome gli aggettivi intrinseci alla condizione indagata in scena, ma velati della provvisorietà che è strutturale in teatro, dove vero e finzione sono un tuttuno inscindibile, dove, dopo essere morti…si va finalmente a cena.

Informazioni e biglietteria: Tel:0521- 230242 biglietteria@teatrodue.org - www.teatrodue.org


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