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Vinicio Capossela con l'orchestra sinfonica

“Note d’estate”, giovedì 20 luglio all’Auditorium Paganini di Parma in occasione della rassegna “Stelle Vaganti 2017” VINICIO CAPOSSELA si esibirà con l’Orchestra Toscanini, in un concerto “Atto unico” che lo vede per la prima volta accompagnarsi ad un ensamble sinfonico.

«L’atto unico è come una piroetta, un prototipo - scrive Vinicio Capossela - Una barchetta di carta che si mette in acqua e poi si capisce se affonda quando non c’è più tempo per salvarla o per riprovarci. E’ una disciplina che educa a non mettere da parte nulla. Come il potlach, la distruzione rituale dei beni. Come i castelli di sabbia, edificare qualcosa che verrà immediatamente cancellato dalla prima mareggiata. Non si fa a tempo di capire cosa è davvero successo, che ecco, è già finito. Si riconosce dalla coda, ed è un pesce che si immerge veloce. Per darci il giusto di rimettersi di nuovo, subito a pescare».

La musica di Vinicio Capossela ha sempre avuto organici strumentali inconsueti e partiture che hanno beneficiato di grandi penne dell’arrangiamento orchestrale come Antonio Marangolo, Tommaso Vittorini, Evan Lurie, Enrico Gabrielli, Stefano Nanni. Il repertorio, la varietà timbrica e la complessità armonica si prestano a una scrittura ampliata per orchestra sinfonica, ed è quanto si sperimenterà in questi due Atti Unici con Orchestra Toscanini arrangiata e diretta da Stefano Nanni, da molti anni stretto collaboratore del cantautore, che tra Parma e Reggio si è formato musicalmente. 

Nella mia diseredata gioventù, quando per maneggiare un pianoforte trovavo rifugio presso le corali liriche della città, i miei primi amici musicisti sono stati giovani di varie parti d’Europa che trovavano asilo nell’orchestra giovanile dell’Emilia Romagna A. Toscanini racconta Vinicio Capossela -  E’ una specie di cerchio che si chiude fare il mio primo concerto con orchestra sinfonica proprio con la Toscanini. E’ una gioia poter mettere a balia le canzoni nelle stanze timbriche di un corpo orchestrale. Abitare tra i fagotti, le viole, le percussioni sinfoniche. Che esperienza di meraviglia. Sarà un poco come avvicinarsi al bosco di Pierino e il Lupo, e addentrarsi nel fiabesco, un modo senza altra teatralità che non sia la musica, di realizzare la sospensione dell’incredulità. L’orchestra sinfonica, che meraviglioso ottovolante pieno di gelati e ghiaccioli di lacrime al caramello".


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