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Parma, quanti infortunati: e tutti in mezzo al campo...

La squadra di D'Aversa già orfana di Scavone, ha perso Giorgino in rifinitura e Munari in partita. Anche Scaglia è uscito provato. C'è ansia per le condizioni di Frattali uscito in stampelle

L’effetto D’Aversa continua, ma si ha come l’impressione che forse sta andando a scemare. Comprensibile visto che le fatiche psico-fisiche dei crociati in questa lunga rincorsa sono state  veramente tante. Il Parma si è lanciato a testa bassa in questa rincorsa, alla lunga potrebbe costare caro alla squadra che a Salò ha battuto (a fatica) una buonissima Feralpi, brava a non chinare mai chinato il capo e che, anzi, ha dato filo da torcere a una squadra matura, che accresce l’autostima giorno dopo giorno, certo, ma che ha concesso troppo e ha sofferto nel creare gioco. A livello di occasioni il Parma non ha certo creato problemi al Parma, se non uno alla fine, quando Frattali ha dovuto mettere una pezza su un siluro di Ferretti. “Vorrei che la squadra avesse più  personalità nella gestione del pallone e che i giocatori si facessero un esame di coscienza”.

Un messaggio sibillino da parte del tecnico che ha assistito forse alla peggior prestazione dei suoi da quando è arrivato, soprattutto sul piano del gioco. Guardarsi dentro fa parte di un percorso introspettivo e di crescita che il Parma e tutti i giocatori, compreso il tecnico, devono fare. Anche quando si vince, figuriamoci quando si perde (non è il caso di questo Parma). Dopo il gol di Calaiò la squadra ha subito per gran parte della partita l’assalto all’arma bianca di una Feralpi che non ha mai smesso di crederci. Forte dell’atteggiamento rinunciatario del Parma che si affidava moltissimo alle ripartenze, la squadra di Serena ha preso coraggio e ha comandato per gran parte le operazioni del gioco. Senza strafare ma con ardore ha cercato di portarsi avanti e a tratti ha anche impensierito il Parma che non riusciva a uscire. Il ritiro forzato dalla battaglia di uno sanguigno come Gianni Munari ha tolto peso e muscoli a una linea di mezzo con molta qualità. Il duo Corapi-Scozzarella ha convinto fino a un certo punto. Nella fase di possesso i due sono stati un bel vedere: giocano di prima, fraseggiano e pensano veloce, vedono l’azione e la leggono bene. Ciccio poi si inserisce pure e sa giocare con i tempi (quasi) giusti di una mezz’ala.

Pressa e tratta bene la palla, cuce e scuce all’occorrenza. In fase di non possesso il discorso diventa diverso. Perché due giocatori qualitativamente molto forti pagano in struttura fisica. Che non è certo quella di Gianni Munari o di Manuel Scavone, che hanno anche caratteristiche diverse. Ed è qui che la partita si è incanalata sui binari preferiti della Feralpi. Che ha concesso però, rischiando di andare sotto anche in un altro paio di occasioni (la traversa di Calaiò e il tiro di Nocciolini stoppato da Caglioni sulla linea), ma che ha tenuto il pallino del gioco e ha messo in scacco il Parma costringendolo a giocare male (e poco) a centrocampo e a imbastire l’azione con una vecchia conoscenza dei tifosi: i lanci lunghi. Sempre o quasi preda dei leoni del Garda. Ma la battaglia è stata vinta in fin dei conti, seppure con qualche perdita di troppo. Il giorno dopo D’Aversa, che ha concesso due ‘turni’ di riposo ai suoi ragazzi, fa la conta dei feriti: Gianni Munari, Davide Giorgino (che si è bloccato nella rifinitura di sabato), Luigi Scaglia, Manuel Nocciolini e Pierluigi Frattali. Il ritorno di Yves Baraye addolcirà la pillola. I test medici sono in attesa di essere vagliati con attenzione.  A Scavone si aggiunge un lungo elenco. Con undici partite da giocare e quattro punti da recuperare.


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