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Parma, dove ti può portare il derby?

Dopo la vittoria contro la Reggiana, D'Aversa ha concesso due giorni liberi alla squadra. Gli allenamenti riprenderanno mercoledì, probabile che nel week end si affronti una formazione locale per mettere minuti nelle gambe

Foto D. Fornari

Il derby è finito, ed è stato pure celebrato. Per qualcuno è mai abbastanza in fatto di celebrazioni, ma il Parma deve mettersi alle spalle la fatica di domenica (fatica in tutti i sensi), e tenersi la carica positiva che gli ha portato questa vittoria, striminzita nel risultato ma che ai punti è stata larga. Peccato che non si vinca a colpi di occasioni, per quello servono i gol, altrimenti il Parma sarebbe nettamente primo. La prossima mission di Roberto D'Aversa è quella di ripartire dal derby provando però a dimenticare in fretta la partita. Ripartire dall'amore che i tifosi hanno nei confronti di questa squadra, cercare di rimanere compatti fino alla fine di questa avventura ed evitare di far prevalere i personalismi all'interno di un gruppo che fino a un mese fa era cementato a dovere e che nel giro di una trentina di giorni ha perso la forza e le idee. Forza e idee in parte ritrovate domenica, in una gara in cui non c'era bisogno di motivazioni  per vendere cara la pelle.

COSA VA - Ma cosa ci ha lasciato il derby? Oltre a un'immagine bellissima di una grande tifoseria che ha consentito al Parma di vincere anche sugli spalti (non c'è stata partita, come all'andata), una squadra che ha saputo lottare e che in campo ha messo tutto l'armamentario per le battaglie. Corraggio, voglia di combattere e solidità fisica ritrovata. Per il bel gioco, beh, non si poteva pretendere più di tanto (per campo e contesto), per i gol bisogna sperare che qualcuno il Parma se lo sia conservato per quanto conti davvero. E pensare che per battere la Reggiana servisse solamente la zampata di Baraye che è uscito dall'acquitrino più forte e convinto che mai. Ci ha lasciato un Munari in netta ripresa e uno Scavone ancora intelligente tatticamente come ai bei tempi, un Lucarelli super alla sua miglior partita da quando il Parma è rinato.

COSA NON VA - Le cose che non vanno, tuttavia, ci sono ancora. Partiamo dal problema del gol che domenica, contro una squdra in dieci, poteva e doveva essere risolto al di la di tutto. Prima della rete di Baraye, al 21' del secondo tempo, erano passati 482 minuti, 8 ore, una giornata lavorativa senza timbrare il cartellino. Significa che qualcosa non va. Detto che un rigore si può anche sbagliare, bisognerebbe dire anche che lo si dovrebbe calciare in maniera diversa. Ma tant'è. Il problema del gol comincia a diventare pesante, così come la palese evidenza di una squadra che può contare su tredici o quattordici giocatori. E quando diciamo giocatori intendiamo gente che sia capace di entrare, tenere alta la concentrazione, non sottrarsi mai alla battaglia e avere la giusta lucidità. Perché questi ingredienti da qui in avanti serviranno come il pane. Il derby è finito.  


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