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Parma, Scala torna a parlare: "Delusione e rammarico: proprietà senza pazienza"

"Il modo in cui è maturata la decisione è stata inaccettabile. Faremo comunque il tifo per questo Parma"

"E'  stato bello credere in un progetto a lungo termine, di un calcio che si nutre di valori altri. Peccato". Nevio Scala a Radio 1, durante la trasmissione "Anch'io lo sport" è tornato a parlare di Parma: "L'anno scorso non abbiamo mai perso, diecimila e cinquecento abbonati è un risultato importante. La squadra non dava prestazione di altissimo livello ma eravamo a quattro punti dalla vetta.  La proprietà ha deciso di esonerare l'allenatore che è stata una mia scelta, senza nemmeno consultarmi. E questo non mi ha permesso di continuare nel mio ruolo perché io sono il Presidente. Avete esonerato delle persone che ho scelto io, ho detto, e non posso andare avanti. Questa è la cosa che più ci ha meravigliati. Abbiamo fatto dichiarazioni, coinvolto la gente e l'abbiamo convinta che si può fare un calcio trasparente senza i risultati immediati. Ma io mi domando il motivo e il perché di questa scelta. Perché si è arrivati a questa decisione? Speravamo in un calcio che si nutrisse di valori diversi, sono deluso e amareggiato. Non riesco a spiegarmelo. E' stato bello sognare, questo era un progetto condiviso. Nel mio Parma, nell' '89/'90 ho raccimolato sei sconfitte consecutive, ma mi sono guadagnato il rinnovo e poi la serie A. Si è chiusa una stagione adesso e credo che il modo in cui è nata questa decisione sia inaccettabile. Siamo sereni perché abbiamo lavorato con grande applicazione, senza perdere una partita l'anno scorso. Due mesi e mezzo con qualche difficoltà, ci possono stare. Può darsi che abbiamo commesso anche qualche errore, ci sta, ma c'era voglia, entusiasmo. Il silenzio dei magnifici sette che hanno elaborato  e condiviso questo progetto con me è la cosa che mi ha meravigliato di più. Soltanto uno mi ha esternato la sua disapprovazione. Il gruppo che io ho scelto ha dato il via a un entusiasmo che si toccava con mano. La proprietà ha il diritto di decidere su tutte le cose. Ma anche quello di coinvolgere il presidente". 


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