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Parma, i punti pesano: cosa va e cosa non va

Dopo Terni si ha la consapevolezza di aver buttato due punti

“L’aspetto negativo del risultato di oggi è che, se vogliamo fare qualcosa di importante, queste partite vanno portate a casa. Dobbiamo imparare a crescere sotto questi aspetti, perché, quando sei lassù in classifica, ogni lasciata è persa. Con un po’ più di convinzione e cattiveria, probabilmente avremmo vinto”. Il pensiero di Gigi Frattali dopo Ternana-Parma sintetizza la settimana del Parma, che non è riuscito a portare a casa il bottino pieno da Terni, missione tutt’altro che irresistibile con tutto il rispetto per la squadra di Pochesci bravo a incartare D’Aversa e i suoi. Nelle parole di Frattali c’è rammarico e rabbia per aver buttato due punti e non essere riusciti a staccare un pass che testimoniasse con discrete certezza che il Parma potesse fare quel passo convinto e pieno di personalità. Con il passare del tempo e con gli scontri che diventano tutti diretti – c’è il caso di dirlo dato che la classifica è cortissima e affollata – perdere possibilità di allungare sarebbe comunque pericoloso anche in ottica futura. Ma il punto di Terni ha detto altre cose, oltre al concetto espresso da Gigi Frattali. COSA NON VA 

COSA NON VA

Quando il Parma passa in vantaggio fatica a chiudere la partita nonostante l’inerzia di essa penda dalla parte dei crociati. Nel caso specifico di Terni – è successo anche altre volte – pur avendo le occasioni per condurla in porto, la nave crociata non ha solcato con convinzione i mari poco tempestosi del Liberati offrendo il fianco all’avversario che, dai e dai, alla fine ha trovato il varco giusto per fare male al contrario dei crociati che non sono riusciti nel tentativo di fare bottino pieno. Manca cinismo.

Manca anche la forza di gestire certe situazioni. La terza difesa meno battuta con diciassette reti incassate (dietro Venezia che ne ha subite quindici e Palermo, sedici), ci è ricascata. Errori di posizionamento e di concentrazione che hanno portato i crociati a subire un gran gol da parte di Tremolada. Ma l’azione che porta al pareggio è solo la somma di una serie di errori che ha generato l’episodio e che potevano e dovevano evitarsi.

Lasciare il campo agli avversari credendo di poterli colpire quando serve può portare, magari inconsciamente, a credere di sentirsi superiori all’avversario e abbassare la guardia. Siamo sicuri che questo non accada, conoscendo D’Aversa che tiene tutti sulla corda e in tensione, volendo ricercare sempre la massima espressione della sua squadra sia in fase difensiva che offensiva. Ma a volte sembra che questo accada puntualmente. Soprattutto nelle partite che contano.

Appoggiarsi troppo sui limiti dell’avversario senza magari cercare, come a Terni, di imporsi, non è sempre una logica appagante. COSA VA

COSA VA

La classifica, al netto dei ‘regali’ che il Parma ha dispensato in giro, è la fotografia più bella di questo primo scorcio di campionato.

Il gioco visto nella prima mezz’ora contro la Ternana – ammirato anche in altre partite – convince parecchio. Scambi rapidi, pragmatismo e cinismo che hanno consentito al Parma di governare la partita, purtroppo solo per un tempo.

Senza centravanti, con il tridente leggero, la squadra fa cose buone a cose meno buone. Restano di gran lunga maggiori le prime, con la consapevolezza che bisogna migliorare e trovare la continuità nella gestione della partita e soprattutto nei significativi momenti in cui la gara sta per prendere un’inerzia che non è favorevole.


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