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Parma, il ko con la Roma non macchia un anno splendido

Cominciato e finito con una sconfitta, da Cremona a Parma, passando per la promozione e il cambio societario. Club nella storia in 365 giorni da favola

La festa promozione - Foto di Davide Fornari

Non sarà certo una sconfitta - seppure meritata contro una squadra più in forma e costruita per spiaggiarsi in altri lidi come la Roma - a macchiare minimamente un anno che ha visto rientrare il Parma nel calcio che conta. Passato dall'inferno al paradiso in quattro e quattro otto, i crociati di D'Aversa hanno varcato i confini della storia del calcio, diventando testimonianza diretta e viva di tre promozioni di seguito, l'ultima, la più dolce è valsa la Serie A, arrivata al termine di una partita al cardiopalma sul campo di La Spezia. La stessa che poi, a di stanza di poco meno di un mese, avrebbe messo in discussione il balzo crociato, mai a rischio per una vicenda al limite dell'invero simile che ha trattenuto in gola il fiato dei tifosi del Parma per un'estate intera. E' finita come doveva: con il Parma che si è messo in tasca il pass per la Serie A dimostrando di poterci convivere e pure bene nel calcio dei grandi.

NUMERI DI UN ANNO DA FAVOLA - Quella di sabato con la Roma è stata la 41esima partita dell'anno solare, la 19esima in Serie A. E' arrivata l'ottava sconfitta, la 15esima in 365 giorni più o meno, se si conta quella maturata con il Pisa valsa la cacciata dalla Coppa Italia. Poco male. In 41 partite, il Parma ha raccolto la bellezza di 64 punti, 1,5 di media a partita. Ha vinto diciannove volte e pareggiato 7, ha segnato 47 gol, 1,14 a partita, subendone 44. Numeri che hanno permesso di raggiungere prima una promozione insperata nel massimo campionato, poi di girare in Serie A con la bellezza di 25 punti. Eppure non era cominciato benissimo l'anno...

foto Ansa

KO A CREMONA, FESTA SPEZIA - La ripresa del campionato dopo la sosta lunga di gennaio non cominciò benissimo. Il cinese John Lizhang, nuovo proprietario del club, si era palesato a Cremona, dove il Parma aveva perso male. 1-0 dopo tanta fatica. La prima in casa del 2018 illuse che le cose potessero cambiare in fretta, ma niente. Il 3-0 al Novara fu solo un fuoco di paglia che si spense subito. Prima del grande incendio finale, il Parma dovette prima ustionarsi con i 4 schiaffi che raccolse a Empoli. Da lì D'Aversa non fu quasi mai più in discussione (solo con il Foggia) e vinse un campionato contro ogni pronostico. Bravo lui a crederci e a saper infondere nel gruppo certezze, bravi Calaiò, Frattali, Iacoponi, Lucarelli e Munari (i vecchi del gruppo) a saltare gli ostacoli uno dopo l'altro: 3-2 al Palermo (con tripletta dell'arciere), 2-0 al Frosinone (con doppietta di Di Gaudio), la gara che fece svoltare i crociati fu - dopo Empoli - quella con il Foggia in casa (3-1) dove la panchina di D'Aversa ha scricchiolato parecchio. Due chiodi ce li ha messi ancora una volta Calaiò che non ha potuto evitare la sconfitta di Cesena e che ha partecipato solamente alla festa senza gol di Spezia.

foto D. Fornari

FESTA MESTA - Una festa che rischiò di essere messa nel dimenticatoio proprio a causa dei messaggi che Calaiò inviò a De Col prima della partita. Messaggi per cui venne aperta un'inchiesta dalla Procura Federale che minò le certezze del Parma, bravo a conquistarsi sul campo la promozione. Due mesi di inferno per Calaiò, i tifosi e la società, che trascorsero i giorni dal 9 giugno (data in cui cominciò il calvario) al 9 agosto (giorno dell'assoluzione e della squalifica all'arciere) con il nodo alla gola e la gioia per un qualcosa di epico ricacciata dentro. E urlata al cielo dopo un sospiro di sollievo in seguito alla decisione del giudice che ha riassestato i verdetti confermando che la Serie A fu conquistata sul campo e non attraverso un tentativo di illecito sportivo. 

foto Ansa

MERCATO DIFFICILE - Prese il via il mercato allora: dopo Bruno Alves (arrivato il 12 luglio a Collecchio), toccò prima a Roberto Inglese (il 14 agosto firmò un contratto di un anno con il Parma, arrivò in prestito dal Napoli) e poi al botto di fine estate: Gervinho dall'Habei Fortune (giocatore che si è svincolato dalla squadra Cinese ed è arrivato a vestire la maglia del Parma). Entusiasmo alle stelle per il ritorno dei crociati in Serie A dopo tre stagioni e un fallimento sportivo di dimensioni bibliche.

foto parmatoday.it

SERIE A E CAMBIO AL VERTICE - Il 19 agosto, Parma-Udinese è 2-2 è di nuovo Serie A. Segna Inglese pronti via, raddoppia Barillà. Ma i friulani trovano il pari grazie al Var e all'inesperienza dei crociati, che riaccolgono la Juventus dopo anni di attesa e ospitano CR7, l'acquisto dell'anno che dà lustro a tutto il campionato. Lui non segna, il Parma perde lo stesso ma si rifarà dopo poco, quando con coraggio e fortuna riesce a trovare la vittoria di San Siro. Il sinistro di Dimarco tramortisce l'Inter e lancia il Parma alla conquista di quei 25 punti che tutt'ora si contano nel borsino. I colpi esterni della squadra di D'Aversa, confermatissimo e più amato di prima, sono Genova, Torino e ultimo Firenze, dopo Milano. I 25 punti sono l'orgoglio di una società tutta parmigiana, che il 17 dicembre ha infuso nelle casse del club quasi 12 milioni di euro per un aumento di capitale che ha ripianato ogni perdita. E' solo l'ultima mossa nell'ordine di tempo. Il 23 ottobre Barilla e compagnia, convinti da Marco Ferrari, si riprendono il 30% delle quote da Lizhang diventando così padroni della maggioranza e lasciando al manager cinese l'altro 30%. Il 9 novembre l'assemblea dei soci ha nominato il consiglio di amministrazione che ha eletto Pietro Pizzarotti (figlio del Cavalier Paolo) presidente del Parma Caclio 1913. La prima gioia D'Aversa gliela regala il 10 novembre, il giorno dopo, all'Olimpico Grande Torino. 2-1 per i crociati sui granata e grande festa, in un anno da incorniciare che resterà nella storia.

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