Il Parma reparto per reparto: in difesa la delusione è Canini, sorpresa Saporetti
Analizziamo il pacchetto difensivo: Zommers, Benassi, Lucarelli... . I promossi e i bocciati del girone di andata
Si dice che la difesa sia il migliore attacco. Nel calcio spesso questo aforisma funziona. Lo aveva sposato il Parma di Gigi Apolloni, che andava avanti con la speranza di non prendere gol, certi che qualcosa là davanti succedesse, prima o poi. Lo ha fatto suo, per forza di cose, anche quello di Roberto D'Aversa, uno che ha fatto quadrato nell'ambiente, solidificato la squadra adattandosi ai giocatori che ha trovato. In Italia spesso funziona così: vuoi per cultura (se ci chiamano i catenacciari e i maestri del contropiede, un motivo ci sarà), vuoi per colpa di troppa tattica che si insegna ai ragazzi già a partire dalle scuole calcio, la partita non è mai uno spettacolo vero. E diventa sempre più una sfida a scacchi tra mosse e contromosse, movimenti che poi si basano sui movimenti degli avversari. E la fase difensiva diventa fondamentale. Il Parma ha incassato ventuno gol in venti partite, 1,05 gol ogni gara. Troppi per voler puntare alla vittoria di un campionato che resta in equilibrio anche in questi freddi numeri. Il Venezia ne ha subiti 16, cinque in meno rispetto al Parma. La capolista non ha la miglior difesa: quella spetta al Lumezzane, prossimo avversario dei crociati. La Reggiana ne ha subiti 18, il Padova 19 e il Pordenone 22. Rispettivamente terza, quarta e seconda in un girone in cui le prime cinque sono raggruppate in tre punti.
Zommers - Il portiere ha avuto delle giornate negative: Padova in casa e Ancona su tutte. Il periodo brutto sembra essere passato, ma può un portiere così giovane reggere la pressione e l'obbligo di dover vincere a tutti i costi un campionato? Perché il portierino che l'anno scorso era stata una piacevole scoperta, in Serie D, quest'anno non si è dimostrato sempre freddo e lucido nel leggere qualche episodio. Male nei rinvii e nelle uscite, lavora sodo per migliorare. Ma la giovane età è tutta dalla sua parte: decisivo in qualche gara lo è stato, ma non è sempre impeccabile, anzi, spesso non dà sicurezza e non infonde coraggio a una retroguardia che balbetta, sia a tre che a quattro.
Coric - Quando ha giocato non ha mostrato tantissima affidabilità... .
Garufo - Lo abbiamo visto poco, sinceramente. Quando ha giocato nella difesa a cinque non ha fatto granché, meglio nelle pochissime uscite a quattro. Nel primo caso ha il compito di attaccare, supportare l'azione offensiva e rifinire più che nel secondo.
Messina - Lo splendido campionato dell'anno scorso è un lontano ricordo. Perché uno dei giovani più talentuosi della D deve aver pagato il salto di categoria. Non è sicuro, entra timoroso in partita, indeciso
Canini - Forse è arrivato con il nome altisonante e l'etichetta di 'giocatore fuori categoria'. Bene, così non è stato. Perché il suo curriculum non è mai sceso in campo con lui.
Coly - Un giocatore importante per qualsiasi scacchiere tattico.
Benassi - Il sostituto di tutti. Di Garufo e di Messina come terzino, di Canini da centrale.
Lucarelli - Il capitano a 39 anni è ancora integro ed elegante. Ha sofferto indubbiamente il salto di qualità degli attaccanti, rispetto all'anno scorso, ma dove non arriva con il fisico ci arriva con lesperienza. Non sempre, nelle imbarcate è affondato anche lui con il resto della squadra.
Saporetti - Partito male, nel senso che ha faticato a trovare spazio, viene rispolverato a metà girone quando combina un disastro contro il Padova. Il ragazzo però si è ritrovato titolare nel derby dove ha fatto la sua miglior partita ed è stato riconfermato anche contro il Modena.
Nunzella - Corsa, corsa e ancora corsa. Questo ragazzo corre sempre. A volte male, nel senso che non riesce a creare la superiorità numerica quando si deve giocare a cinque a centrocampo mentre altre benissimo, quando riesce a pennellare palloni interessanti.
Ricci - Assieme a Canini forse è quello che non ha raggiunto gli obiettivi né soddisfatto le aspettative di società e tifosi. Il piglio ce l'ha, ma quando va in campo non sempre lo dimostra.